Nella relazione di coppia i silenzi hanno diversi significati e possono durare a lungo portando anche ad una lacerazione del rapporto. Quante volte vi è capitato di rispondere “Niente” alla domanda “Che cosa c’è?” del vostro partner. Quante volte avete preferito insabbiare il problema sperando di dimenticarvene. Il silenzio è, troppo spesso, il protagonista delle relazioni di coppia. Spesso si crea un muro. Cosa fare? Come rompere il muro del silenzio? Ecco qualche consiglio.
Creare l’appuntamento quotidiano della coppia
Darsi degli appuntamenti fissi, è sicuramente la migliore strategia per rompere il silenzio. Possibilmente giornalieri. Momenti in cui la coppia ha uno spazio per il confronto o comunque per qualsiasi altra cosa abbia voglia di fare. I partner in questo devono diventare complici. Devono riuscire a creare e salvaguardare questo spazio qualsiasi cosa accada. Non devono darla vinta agli impegni, alla stanchezza, alla routine! Cellulari, bimbi e televisione non sono i benvenuti in questo spazio!
Si può parlare del più e del meno, scherzare, condividere le proprie emozione e dare spazio alle coccole. La coppia è protagonista e regista di questo momento prezioso.
Imparare a chiedere “come stai”?
Questa è forse la domanda più complessa da fare perché presuppone la capacità di ascoltare la risposta e di non esserne intimoriti. E’ la frase che più di altre può rompere il muro del silenzio.
Uno dei problemi della coppia è che spesso c’è un ritiro bilaterale: tu ti interessi di meno a me e io rispondo facendo la stessa cosa. Qual è il risultato? Probabilmente che tu ti ritirerai ancora di più e io idem a seguire, in quella che Watzlawick e colleghi chiamerebbero un’escalation simmetrica verso il basso.
Spezzare questo circolo vizioso è importante.
Chiediti cosa puoi fare per rompere il silenzio
La domanda più importante in un rapporto di coppia è questa: cosa posso fare io per far si che il rapporto funzioni? Cosa posso modificare di me? In altre parole: come mi devo comportare per facilitare la possibilità che l’altro mi venga incontro? A volte bastano veramente piccoli gesti. Spesso invece ci si chiede cosa può fare l’altro e si ha una chiara idea di cosa l’altro dovrebbe modificare a nostro vantaggio. Questo porta a costruire i muri e non a romperli. Comporta risentimento, incomprensioni e senso di inadeguatezza.
La comunicazione è un pò come la palestra: l’allenamento porta a risultati duraturi e migliori. Si parte dalle piccole cose per arrivare poi alle grandi condivisioni: così si rompe rompe il muro del silenzio.
Osserva bene l’altro
Cerca di metterti nei panni dell’altro e sforzati di trovare e capire cosa sta facendo per te e per la relazione. Diventate un pò degli investigatori per scovare gli indizi. Troverete sicuramente qualcosa.
Conclusioni
Spero di averti dato degli spunti interessanti da cui partire.
L’idea di base è che bisogna fare, per poter cambiare. Rimuginare su cosa non va e non funziona, “agitarsi nei rovi”, non farà altro che aumentare i graffi e le distanze, con tutta probabilità: se infatti avesse funzionato, lo avrebbe fatto già tempo fa.
Allo stesso modo, mantenere il distacco, magari nella speranza che sia l’altro a fare il primo passo, non è una strategia vincente.
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