Al giorno d’oggi esiste un’ampia varietà di famiglie che poco hanno a che fare con il concetto di famiglia tradizionale. Una delle tipologie più moderne è quella delle famiglie monogenitoriali, caratterizzate dall’assenza di uno dei genitori. La famiglia monogenitoriale si può creare in conseguenza a una separazione, a un divorzio, alla vedovanza o ad altre condizioni specifiche che conducono milioni mamme e papà a crescere i loro figli principalmente da soli, a volte per necessità a volte per scelta. Secondo i dati Istat, la percentuale di queste famiglie rappresenta oggi circa il 15% dei nuclei familiari italiani, e si compone per l’80% da mamme e bambini.
Anche questo modello familiare ha le sue caratteristiche che lo differenziano da altri, ad esempio dalla famiglia nucleare. Tra queste caratteristiche spicca il fatto che molti figli, prima di trovare un equilibrio, hanno dovuto vivere una situazione di conflitto creata e alimentata dai propri genitori. (Vedi: https://www.psicheblog.it/la-coppia-si-separa-e-i-figli/)
Caratteristiche delle famiglie monogenitoriali
L’assenza di una delle figure genitoriali in molti casi rafforza il legame affettivo l’unico genitore e il figlio (o i figli). Molti bambini adottano il ruolo di quel padre o di quella madre assente e si fanno carico di responsabilità più grandi di quanto non ci si aspetti alla loro età.
Nelle famiglie monogenitoriali, sussiste quindi il rischio che il figlio si “faccia carico” dell’adulto solo. Questto può avvenire attraverso tre principali modalità: rassicurando il genitore, provando a soddisfarne il bisogno di affetto e prendendosi cura dei fratelli e della casa. Ne consegue una sorta di inversione dei ruoli in cui il più piccolo si sente in dovere di offrire sicurezze al genitore e di prendersi cura di lui.
Tale dinamica, per quanto diffusa, dovrebbe essere conosciuta ed evitata. In questo modo, infatti, il figlio viene investito precocemente da responsabilità troppo grandi e, soprattutto, che non appartengono al suo ruolo. Il rischio è, tra gli altri, di diventare in futuro persone che tendono a prendersi cura del prossimo in modo ossessivo, che fanno estrema fatica a dire di no, e non esprimono mai i loro reali bisogni.
Quindi genitori, mantenete i ruoli e tutelate i confini! Ad esempio, non rendete vostro figlio eccessivamente partecipe di confidenze che andrebbero riservate a un amico o a un pari. È normale che un adulto abbia bisogno di affetto e supporto, ma tale affetto è da ricercarsi in un altro adulto.
Opposto al fenomeno della genitorializzazione, un altro rischio che può affacciarsi nella quotidianità delle famiglie monogenitoriali è quello di tutelare eccessivamente il proprio bambino. Il genitore tende spesso a essere più permissivo con i figli che, in un certo qual modo, approfittano del doppio ruolo di padre e madre. L’aspetto negativo di questa situazione è che l’adulto diventa permissivo senza accorgersene. Manca un secondo membro della coppia coinvolto nell’educazione del figlio che funga da specchio.
Talvolta, anche in conseguenza ai sentimenti di colpa legati alla dissoluzione del precedente nucleo familiare, i genitori possono sviluppare una certa reticenza ad esporre i propri figli ai doveri e piccole delusioni che caratterizzano l’autenticità della vita.
Cosa fare
Cercare un equilibrio
Cercate di evitare di caricare involontariamente vostro figlio di responsabilità emotive e concrete non sue. Evitate anche di essere troppo morbidi e protettivi. Sviluppate routine e ponete limiti. Definitive orari per la sveglia, per i pasti, per il sonno e per il tempo libero, e trasmettete al bambino le regole di comportamento in cui credere, evitando di lasciare che vostro figlio si comporti “come desidera” mossi da sentimenti di colpa. Limiti e routine, oltre ad orientare il bambino, gli conferiscono sicurezza.
Allo stesso modo, assegnategli compiti di responsabilità in base all’età. Non sostituitevi a lui, permettetegli di esporsi in prima persona, di sperimentare, di sbagliare in sicurezza e di imparare.
Costruire una rete relazionale
Come in altri contesti, anche nel caso delle famiglie monogenitoriali, la costruzione di una rete rappresenta uno dei suggerimenti chiave e, talvolta, “salvavita”.
L’atto di dedicarsi alla costruzione di una rete è fondamentale. Innanzitutto per quei genitori single spaventati, disorientati ed esausti dalla mole di compiti e responsabilità che devono affrontare quotidianamente. E’ cruciale anche per quei genitori che sviluppano un’abilità quasi funambolica di organizzarsi perfettamente, nel tentativo lodevole, ma illusorio, di “bastare a se stessi e ai loro figli”. Voi e i vostri bambini non siete un’isola dispersa nell’oceano! Unite le forze con altri persone, chiedete l’aiuto di famigliari e amici e, se economicamente sostenibile, prendete una babysitter qualche ora a settimana.
Salvaguardare il proprio spazio
Avete bisogno di uno spazio tutto vostro: un “sé”, se non nutrito, a lungo andare ha sempre meno da dare. Avere un tempo, seppure limitato, solo per voi, non è un’opzione, ma un prerequisito. E’ un modo ricaricarsi, un modello di equilibrio emotivo per i vostri figli, ma anche e un atto di responsabilità e amore nei confronti di voi stessi.