Oggi molte donne si trovano ad affrontare la prima gravidanza intorno ai 40 anni. Avere un figlio a 40 anni: in Italia si tratta di una realtà concreta e anche per certi versi eccezionale. Il nostra paese detiene infatti il record europeo di mamme over 40. Un figlio su cinque è frutto cioè di una maternità tardiva, scelta per motivi economici e sociali ma anche psicologici. Alcune si sono dedicate alla carriera, a fare esperienze di vita, a comprendere l’essere umano, a cercare l’uomo giusto col quale fare un figlio e così via. Altre per buona parte della loro vita hanno pensato di non volere figli. Infine alcune, pur buttandosi a capofitto nella ricerca disperata di una gravidanza, sono arrivate alla soglia dei quaranta riuscendo a raggiungere il risultato dopo un percorso tortuoso e dolorosissimo. Un viaggio della speranza spesso funestato da aborti, esami, cure e percorsi di procreazione medicalmente assistita.
I timori
Quelle donne che avevano pensato di non volere figli dopo i 35 anni iniziano spesso a sentire nascere dentro di loro una fiammella di desiderio, che pian piano diventa sempre più grande fino a divampare in modo impetuoso. Il piccolo desiderio rischia di avvicinarsi così all’ossessione. Sorgono allora lo sgomento, il disorientamento, la paura di non essere all’altezza del cambiamento, la paura di aver perso tempo, il timore di incontrare tanti ostacoli. Il desiderio di essere madre si mescola alla paura di diventarlo: il si e il no si sfidano in un “duello al cardiopalma“!
Uno dei timori maggiori è la paura del cambiamento. Le donne che pensano alla maternità in età avanzata hanno un forte timore di perdere la loro libertà, l’equilibrio tra spazi privati e lavorativi che hanno conquistato nel tempo. Fanno fatica a rinunciare al loro controllo sulla vita, sul tempo, sul corpo.
Altre donne che scoprono questo desiderio in età avanzata hanno timore del giudizio sociale e della differenza di età che ci sarà con i futuri figli. Qualsiasi mamma ha un nutrito archivio di frasi sciocche che le sono state rivolte quando è rimasta incinta, nel corso della gravidanza e dopo. Potete chiedere a qualunque madre: non ne troverete nemmeno una cui non siano stati rivolti commenti inutili, consigli non richiesti o frasi semplicemente maleducate e invadenti. Una donna che decide di diventare mamma in età avanzata ha ancor più il timore di essere oggetto di questi commenti.
Altri timori riguardano la possibilità di portare a termine una gravidanza e la salute del bambino. Gli articoli su queste difficoltà delle mamme a 40 anni di certo non mancano. Non che non ce ne siano, ma penso sarebbe utile scrivere anche dei vantaggi o almeno equilibrare di più il contenuto di certi articoli. Si sa, anche, le mamme in età avanzata sono grandi fruitrici del web e probabilmente avrebbero bisogno di trovare anche qualche spiraglio di speranza che a volte tutto possa andare bene.
Aspetti positivi del diventare mamma a 40 anni
Generalmente un figlio nato dopo i 40 è frutto di una decisione ponderata e consapevole. Una donna matura può offrire stabilità non solo economica, ma anche emotiva. Ovviamente ogni caso è a sé, ma questa tranquillità e questa maturità hanno senza dubbio un effetto positivo sia nella gravidanza sia nella crescita del futuro figlio. La maggior esperienza data dall’età e una migliore consapevolezza di sé come donne generano una gestione più serena e matura della maternità. Da non trascurare, poi, l’allenamento allo “stress” generato da anni di vita e lavoro, utilissimo per poter sopportare al meglio le tipiche difficoltà e ansie naturali nei primi anni di vita del bambino.
Se ci si prepara e organizza per tempo, con i giusti aiuti, diventare mamme a 40 anni può essere non solo un’esperienza bellissima, ma anche un trampolino per rinnovarsi in vista della seconda fase della vita.
L’importante è non farsi prendere la mano. Alcune mamme over 35, si buttano a capofitto nel loro nuovo ruolo dimenticando i partner, le amiche e se stesse. Si annullano per il figlio dimenticandosi del resto. Come in tutte le cose trovare la giusta misura è importante.
Quando il desiderio di maternità nasconde altro
Diventare mamme a 40 anni è un grande cambiamento. Un cambiamento così radicale nelle abitudini, se intrapreso “per dovere“, può essere vissuto come una sottrazione, invece che come un arricchimento. Mi riferisco ai casi in cui la donna cerca il figlio non perché lo sente veramente, ma perché l’orologio biologico si avvicina alla menopausa. In realtà dentro di lei c’è la donna che:
- si sente in colpa se non soddisfa un’aspettativa sociale;
- si è dedicata a se stessa e al lavoro e ora sente di dover acquisire anche il ruolo di madre;
- dopo una vita difficile, vuole ora riappropriarsi di sé e trovare una stabilità.
In questi casi è bene soffermarsi sul desiderio di maternità e approfondirlo. Un figlio fatto perché ci si sente obbligate dalla società o come forma di riscatto sociale non porterà ad una maggiore serenità, anzi. Sarà probabilmente vissuto come una delusione e un peso, perché difficilmente metterà a tacere tormenti che in realtà si riferiscono ad argomenti e relazioni irrisolte. Mi riferisco a sensi di colpa, rimorsi e rimpianti per una vita spesa in obiettivi che non hanno colmato il vuoto nato nell’infanzia. I figli di questi desideri spesso saranno condannati a fare i genitori dei propri genitori o comunque ad essere un prolungamento dei propri genitori. Saranno figli non visti perché nati per colmare vuoti ancestrali.
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