Nelle famiglie esistono spesso dei patti di lealtà invisibili che possono ostacolare la nostra indipendenza. Quando qualcuno si rivolge allo psicoterapeuta, c’è sempre la possibilità che la radice (non la causa unica) della sua perturbazione si trovi in schemi disfunzionali appresi nel suo contesto familiare sin dall’infanzia.
In altre parole, perpetuiamo le carenze del nostro nucleo, credenze ed aspettative che ci vengono trasmesse. Tutto questo è normale ee fa parte del processo evolutivo. Tuttavia, ciò non toglie che, arrivati a un certo punto della nostra vita, dobbiamo iniziare a porci delle domande e farci una nostra idea sulle cose. Quando questo non accade e rimaniamo fedeli a schemi familiari, aspettative, idee e credenze sul mondo allora la nostra indipendenza è menomata. Questo comportamento in psicologia viene definito come lealtà familiare invisibile.
La lealtà familiare invisibile è l’insieme di credenze ed inibizioni che conformano il modo in cui consideriamo noi stessi e i comportamenti della nostra realtà emotiva (sia quella che stiamo vivendo sia quella che desideriamo). Si tratta dell’esistenza di un codice morale. Un insieme di leggi, presente in ogni famiglia, che permette di comprenderne il suo unico e specifico funzionamento interno.
Tali obblighi sono da considerarsi come dei veri e propri fili invisibili che collegano e saldano le relazioni sia all’interno della famiglia che, in senso più ampio, nella società. A volte però, quando la fedeltà alle leggi familiari diventa estremamente rigida si corre il rischio di vedere bloccata la propria realizzazione individuale
Può accadere, infatti, che ciò che viene ad essere appreso, e che tende poi a trasmettersi da una generazione all’altra, come trama comune che tutti intreccia, sia un vissuto di sofferenza, di mancanze, di carenze che premono per poter essere colmate e risarcite, di dolori o ingiustizie da riparare che influenzano inevitabilmente tutti i membri di un sistema familiare
In altre parole, ereditiamo i problemi dai nostri familiari.
Perché si formano e mantengono le lealtà familiari?
Nel complesso e delicato processo di costruzione della propria identità è necessario che ogni individuo veda soddisfatte delle esigenze affettive fondamentali, considerate di base, come il senso di appartenenza al proprio nucleo familiare di origine.
Per tutti noi è importante sentirsi considerati e amati dai propri familiari. Nessuno vuole sentirsi ripudiato dalla propria famiglia, etichettato come quello che non appartiene al gruppo. Per non parlare del senso di colpa che scatta qualora sentiamo di aver violato un’aspettativa o un’ideologia familiare. Quindi spesso accettiamo determinate condizioni per paura di perdere l’amore, l’attenzione e i favori dei nostri familiari.
Tutti i membri, sono più o meno consapevolmente chiamati al rispetto di queste regole trasmesse. La pena, in caso di trasgressione, è quella di essere etichettati come sleali o addirittura rifiutati.
Ogni componente della famiglia è così tenuto a far quadrare i conti tra ciò che ha dato e ciò che ha ricevuto.
A volte, i familiari sono capaci di approfittare di tale potere emotivo, nonostante non abbiano l’intenzione di essere crudeli. È così che in queste situazioni si strutturano i contratti emotivi..
I contratti emotivi che si stabiliscono tra i membri della famiglia risultano essere un cocktail di aspettative alte e condizionanti, cocktail spesso dannoso per la realizzazione di una persona.
Le lealtà invisibili tipiche nelle famiglie
Per difendere la nostra indipendenza mentale e comportamentale è estremamente importante disfarci di tutti i preconcetti che ci risultano negativi.
Vediamo alcuni esempi di lealtà invisibili.
Quello più diffuso è relativo alla scelta della scuola/università e del lavoro. Spesso ci si sente condizionati a ripercorrere le orme familiari o a riscattare la famiglia attraverso una scelta lavorativa cosiddetta vincente. Pensiamo ad esempio ai “figli di”. cioè a quei ragazzi che hanno alle spalle genitori proprietari di imprese familiari o con ruoli di spicco nella società. Questi ragazzi spesso sono e si sentono spinti a scegliere la stessa strada lavorativa dei genitori. Dall’altro lato troviamo i figli di genitori che vivono nel rimorso di ciò che non hanno potuto o non son riusciti a realizzare. Questi figli si sentono in dovere di riscattare le sorti della famiglia.
Un altro esempio è la persona che non ha il coraggio di cambiare città per paura di ferire la sua famiglia o la persona che non può vivere liberamente il suo amore per timore di ritorsioni. Un figlio che deve appassionarsi per forza al calcio. Un individuo che vuole studiare una disciplina “che non ha futuro”. Una persona che deve sposarsi o fare figli, altrimenti la sua vita non ha senso.
Per non parlare delle etichette. Nelle famiglie si tramandano idee molto chiare rispetto a ciò che permette di distinguere e definire “il cattivo”, “la furba”, “lo sfigato”, “il bello”, “la brava ragazza”, “la sottomessa”, “il povero”, “il dipendente”, ecc.
Come diventare indipendenti
Il primo punto è sicuramente quello di non lasciarsi trasportare dall’inerzia di quello che abbiamo visto in casa e che ci hanno trasmesso i nostri familiari, senza rifletterci troppo su.
Chiedetevi se ciò che state scegliendo è veramente “farina del vostro sacco”, o piuttosto un’aspettativa di qualcun altro. Imparate ad ascoltarvi. Se sentite spesso crampi allo stomaco o vi sentite infelici e demotivati probabilmente siete schiavi di una lealtà familiare.
Se non riuscite a liberarvi di certi condizionamenti chiedete aiuto ad un professionista. Vi aiuterà a ritrovarvi e affrontare i sensi di colpa che vi incatenano alle lealtà invisibili.