Femminicidio: dinamiche e prevenzione efficace

Femminicidio

Purtroppo in questi giorni è stata scritta l’ennesima pagina di cronaca nera riguardante una donna! L’ennesimo femminicidio!

A cosa è dovuto tutto questo?

Innanzitutto forse è il caso di smetterla di utilizzare termini quali raptus, stato confusionale o similari, perchè li trovo fuorvianti rispetto alla prevenzione dei femminicidi e anche irrispettosi verso le vittime! Non si tratta di un momento di follia ma, a mio parere, di ben altro!
Sempre più spesso il senso di identità personale viene costruito intorno ad un concetto: il possesso! Possesso di uno status sociale, di un ruolo, del successo e purtroppo, ormai sempre di più, anche possesso di una persona.

Quando la relazione con questa persona si sgretola ecco che il ragazzo o l’uomo sentono un profondo senso di angoscia perchè il perno sul quale hanno costruito la loro identità rischia di andare in frantumi! La vergogna legata all’insuccesso sentimentale, la paura di perdere un’identità di fronte agli altri, l’idea della ferita narcisistica insopportabile e l’incapacità di reggere la frustrazione si uniscono provocando una sorta di deflagrazione emotiva! Da lì i pensieri ricorrenti riguardo al timore della perdita, la nascita dell’odio per colei che non si piega a ricambiare l’amore. Questi pensieri crescono fino a formare una valanga che termina purtroppo in gesti dettati dall’odio, misto a paura e angoscia!

Quale prevenzione attuare per evitare i femminicidi?

Siamo chiamati a fare qualcosa, a dare un segnale forte per interrompere tutto questo! A mio parere la prevenzione dei femminicidi dovrebbe essere fatta su più fronti: sui ragazzi ma anche sulle famiglie.


Prevenzione rivolta al sesso maschile

I ragazzi e gli uomini che si macchiano di un crimine così orrendo sono spesso persone che, appunto, hanno fondato la loro identità sul possesso e sul successo. Ragazzi poco abituati alle frustrazioni e con un alto grado di analfabetizzazione emotiva. Cioè ragazzi incapaci di riconoscere e gestire le proprie emozioni. Persone che si sentono sole di fronte ad un mondo emotivo che a volte può sembrare mostruoso e per questo ingestibile. Ragazzi fragilissimi interiormente che mostrano alla società una facciata opposta.

Prevenzione rivolta al sesso femminile

Poi ci sono le ragazze, la prevenzione va fatta anche a loro. Devono essere aiutate a comprendere che l’avere un ragazzo che spaccia per amore il possesso, il volerle sempre accanto isolandole pian piano dagli altri, non è sano. Avere un ragazzo o un uomo che sminuisce, limita, fa sentire in colpa e che poi però al contempo riempie di attenzioni e regali non è sano. Questo tipo di amore è tossico e come tale va chiuso. Occorre educare le ragazze a riconoscere l’amore tossico e soprattutto a chiedere aiuto alla famiglia, alla scuola quando si sentono minacciate.

Prevenzione rivolta ai genitori

Infine ci sono le famiglie. La prevenzione va fatta anche lì. Molto spesso i genitori di ragazzi per così dire “caratteriali” li difendono e proteggono. Il continuo giustificare degli atteggiamenti e dei pensieri di questi ragazzi porta spesso queste famiglie a non prendere in considerazione un percorso psicoterapico per i loro figli. Porta nel tempo questi genitori a credere ad una bugia che loro stessi si raccontano: che il loro è un bravo ragazzo, e che alcuni atteggiamenti mostrati lungo la crescita sono stati dettati dal caso o dagli altri.

Si tratta di genitori che per amore e paura nascondono certe “note caratteriali” dei loro figli. Questa omertà poi però condanna i figli ad una solitudine emotiva importante. Inoltre rafforza l’idea di sostenere la bella facciata pur di non far trapelare le fragilità. Da quì il pensiero che fragilità è sinonimo di vergogna. Quando un ragazzo viene lasciato dalla ragazza è spesso questa vergogna ad essere vissuta come intollerabile, un’onta per l’dentità perfetta venduta agli altri. Vorrei dire a queste famiglie di avere più coraggio! Di non mettere “la polvere sotto al tappeto”. Le famiglie vanno sensibilizzate e aiutate a non fare da “spazzaneve”. Farsi carico di tutto per evitare che i figli sperimentino delle frustrazioni è sbagliato perchè poi quando i ragazzi le vivono le considerano intollerabili proprio per la mancanza di “allenamento” rispetto ad esse.
Cari genitori rivolgetevi ad un professionista se davvero volete aiutare i vostri ragazzi.

#femminicidio #giuliacecchettin #violenzasulladonna

Vedi anche:

No Comments Yet

Leave a Reply

Your email address will not be published.

Dr.ssa Cinzia Frontoni

SEGUIMI SU

linkedin 341x341

istagram 341x 388