Sulla questione dei bambini che dormono nel lettone pediatri ed esperti hanno pareri discordanti. E così le mamme e i papà, che spesso cedono per quieto vivere più che per necessità del pargolo. Fatto sta che il co-sleeping, il permettere ai figli di dormire nel lettone, è diventato argomento scottante che scatena dibattitti serratissimi.
Anche gli studi internazionali divergono. Uno pubblicato sul Journal of affective disorders, suggeriva che i bambini che più frequentemente e a lungo dormono con i genitori possono essere inclini a problemi psicologi (come ansia e depressione) e a tenersi dentro disagi e malesseri all’età di 6 anni.
Una metanalisi di 40 studi (condotti dal 1993 al 2005), pubblicata su Archives of Pediatrics and adolescent medicine, ha suggerito che dormire con il neonato rende l’allattamento più facile e più duraturo (e fin qui niente che le madri già non sapessero), che il sonno condiviso aumenta il rischio della morte in culla del 16% (ma esistono molte altre cause) e che i bimbi affezionati al lettone si svegliano più frequentemente durante la notte rispetto a quelli che stanno nel loro lettino.
Una regola certa e incontrovertibile non esiste.
La realtà è che spesso si tratta di un desiderio di mamma e papà non della necessità del bambino. L’ideale sarebbe che fin dalla nascita il neonato dormisse nella sua culla, anche se in camera dei genitori. I piccolini sentono l’odore della mamma e si rassicurano. Ogni tanto possono essere portati nel lettone, ma non dovrebbe trasformarsi in un’abitudine perché poi diventa molto difficile staccarli.
Fino al primo anno di vita la simbiosi è ammissibile, ma poi bisogna favorire il progressivo distacco dal corpo della mamma. Come li si svezza dal latte li si deve svezzare anche dal lettone.
Le conseguenze psicologiche di un co-sleeping prolungato possono essere negative.
Il letto dei genitori può dare una forma di dipendenza. Molti bimbi che hanno già la loro cameretta si svegliano di notte e vanno da mamma e papà, perché non sono in grado di addormentarsi da soli. Ovviamente essere vicini ai genitori infonde sicurezza e dare protezione è indispensabile, ma è anche importante accompagnare i figli all’autonomia. Bisogna renderli gradualmente autonomi altrimenti questo senso di insicurezza possono portarselo nella vita adulta con difficoltà di staccarsi dal nido famigliare e andare a vivere da soli.
Consiglio ai genitori di farsi un esame di coscienza e di chiedersi perché permettono al pargolo il sonno condiviso.
Bisogna iniziare a porsi delle domandequando, ad esempio, il bambino non vuole stare da solo, fa storie e capricci continui per andare a dormire, continua ad andare dai genitori durante la notte. Situazioni di questo tipo, quando si verificano e diventano più frequenti, indicano una difficoltà nel porre dei confini. Possono anche rappresentare un segnale del fatto che l’abitudine del lettone si sta stabilizzando e bisogna intervenire per modificarla.
Altre volte questa abitudine dipende da una crisi di coppia in atto dove spesso si arriva addirittura ad una situazione in cui il bambino dorme nel lettone e uno dei due genitori si sposta in un altro letto o sul divano. A volte mettere i bambini nel lettone è quindi una scusa per buttare fuori dal letto l’altro genitore, se la relazione è in crisi, o di evitare rapporti intimi o comunque di soddisfare, attraverso il figlio, il proprio bisogno di ricevere coccole.
Come fare per convincere i piccoli a dormire in autonomia e ad uscire dal lettone?
Cambiare questa abitudine non è assolutamente semplice; spesso diventa un momento molto stressante, in quanto il bambino non vuole saperne di dormire da solo nella sua cameretta, nonostante i numerosi e ripetuti tentativi, i genitori sono stremati e stanchi, l’impegno e la fatica possono diventare frustranti.
Occorrono sicuramente tempo, pazienza e forza di volontà. È importante che anche i genitori siano pronti a separarsi dai bambini, anche per loro è un momento importante e può non essere facile!
Cosa possono fare, allora, i genitori per cambiare routine e modificare l’abitudine a dormire nel lettone?
SOSTENERE IL BAMBINO. I genitori devono anzitutto trasmettere al bambino fiducia e sicurezza, facendogli capire che è in grado di dormire anche senza mamma e papà accanto, che il suo letto è accogliente, è tutto suo e dormire lì è proprio un passo importante di crescita e di autonomia, che i genitori sono comunque nell’altra stanza e per qualsiasi cosa ci sono.
SE IL BAMBINO HA PAURA… Ѐ importante rassicurarlo e sostenerlo, senza sminuire i suoi vissuti. Bisogna affrontare insieme queste sue paure, non negarle portandolo nel lettone, cercando delle soluzioni alternative, come ad esempio una lucina accesa, la porta aperta, un peluche o un oggetto che lo rassicuri.
CREARE UNA ROUTINE DELL’ADDORMENTAMENTO. Bisogna trasmettere sicurezza e protezione al bambino durante il giorno e soprattutto prima di andare a dormire. Fare il bagno, mettersi il pigiama, svolgere attività tranquille come leggere una fiaba, farsi le coccole, possono essere dei rituali che aiutano il bambino a rilassarsi e ad addormentarsi. Vedi: Aiuto nostro figlio non dorme!
TRASMETTERGLI IL “BELLO” DI AVERE UNO SPAZIO TUTTO SUO. Bisogna farlo familiarizzare con l’ambiente della cameretta, anche di giorno, e con il suo letto, facendolo incuriosire e sottolineando il valore che ha il suo spazio. Il bambino deve sentire e comprendere che mamma e papà non lo stanno “cacciando” dal lettone, ma che è bello crescere, che si può stare insieme in altri momenti, ma è importante e bello anche avere un letto e uno spazio tutto suo.
ACCOMPAGNARLO GRADUALMENTE VERSO LA SEPARAZIONE. Molte volte, la difficoltà del bambino a dormire da solo nel suo letto è dovuta ad un’ansia da separazione, ad una difficoltà di lasciarsi andare al sonno senza un contatto diretto con i suoi genitori. Si tratta di una conquista che si raggiunge col tempo, anche durante il giorno. Più il bambino acquisisce sicurezza e fiducia in sé, più si sentirà pronto ad affrontare il distacco con serenità.
SE DURANTE LA NOTTE IL BAMBINO SI SPOSTA NEL LETTONE. Bisogna fargli capire che comprendete le sue difficoltà, accompagnarlo con calma nel suo letto, senza sgridarlo o rimproverarlo, prendendosi un po’ di tempo per stargli ancora accanto, rassicurarlo e sostenerlo. È importante avere pazienza, cercare di non cedere alla stanchezza o ai capricci, ma rimanere fermi sulla propria posizione. Altrimenti diventa con il tempo sempre più faticoso.
LODARLO QUANDO RIESCE. Ogni piccolo passo in avanti va incoraggiato e rinforzato, così che il bambino si senta capace, partecipe di questo passaggio e più sicuro di sé. Se riesce le prime volte a stare anche per poco tempo nel suo lettino, valorizzate questo traguardo e sostenetelo.
AIUTARLO A DIVENTARE AUTONOMO. Il bambino ha bisogno di sviluppare la propria autonomia e di sentirsi, progressivamente, più sicuro e competente. Bisogna accompagnarlo nelle autonomie e stimolarlo per fargli compiere alcune attività adatte alla sua età, da solo, rinforzandolo quando ci riesce. Deve pian piano sperimentare che anche da solo può farcela, che è capace, che sta crescendo.
SE C’Ѐ UNA REGOLA, POSSONO ESSERCI LE ECCEZIONI. Se il bambino si abitua a dormire nel suo lettino e comprende l’importanza di questo, il lettone può sempre rimanere il posto in cui, ogni tanto, si riunisce tutta la famiglia. Ad esempio la mattina nel week-end per darsi il buongiorno e stare un po’ insieme.
Per un bambino riuscire a dormire nel proprio letto rappresenta una conquista evolutiva importante per la crescita, l’autonomia e la stima di sé. Quando, nonostante i tentativi e gli sforzi, non si riesce in alcun modo a cambiare la routine legata all’addormentamento, potrebbero essere presenti un disagio più importante nel separarsi, delle paure e delle dinamiche più difficili da modificare. In tal caso può essere utile chiedere l’aiuto di uno specialista che possa accompagnare i genitori in questa difficile impresa.
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