COME FAVORIRE LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO? Come è ben noto, la lingua si sviluppa dapprima nella mente del neonato attraverso l’ascolto.
Alla nascita il bambino è già in grado di distinguere fra la voce umana e altri suoni ed è capace di discriminare fra lingue diverse: solo intorno ai 30 mesi di vita, con “l’esplosione del linguaggio”, il bambino riuscirà a verbalizzare.
I genitori, come gli educatori, devono parlare, tanto e bene.
Non bisogna storpiare le parole o utilizzare diminutivi: come il corpo necessita di cibo sano, ben cucinato, ben presentato per essere attratto, nutrito e crescere, così l’ambiente linguistico in cui è immerso il neonato deve essere curato, pensato e nutriente!
Più gli stimoli linguistici che offriamo si mostreranno ordinati, chiari, interessanti, migliore sarà l’organizzazione mentale del bambino e maggiormente ordinata e chiara si mostrerà l’esposizione linguistica quando si rivelerà. Il “bau” che più avanti diventa “cane” è un meccanismo confuso che impone al bambino una continua messa in discussione di ciò che sa, una traduzione inutile e che fa sprecare energie preziose. Pertanto parlare ai neonati bene e tanto si dimostra una scelta vincente per iniziare al meglio: chiarezza e semplicità permettono al bambino di collegare immediatamente e con velocità oggetto-suono.
Un messaggio chiaro, semplice, e ben esposto è più facile da comprendere, da archiviare nella mente così come da elaborare.
Ecco alcuni consigli su come favorire lo sviluppo del linguaggio
1) Ogni bambino ha i suoi tempi
Le fasi dell’apprendimento si susseguono in modo regolare ma hanno una durata che varia in base a ogni bimbo e al contesto in cui vive. Il genitore, spesso, ha un ritmo di vita molto intenso e cerca di trasferirlo sul bimbo chiedendo anche a lui di seguire ritmi che non sono i suoi: l’approccio ideale è seguire le tappe evolutive del bimbo, conoscere quali progressi appartengono a ogni fascia d’età, e poi, in base al bimbo ‘reale’ che si ha davanti, adeguarsi. L’accelerazione rischia di creare frammentarietà, confusione, generando insicurezza.
2) Il tono della voce
Pronunciamo bene le parole, scandendo con calma ogni sillaba, e rallentiamo il più possibile quando ci rivogliamo ai bambini. Questa modalità favorisce la concentrazione e i bambini così sono più attenti mentre parliamo loro.
3) La nomenclatura
Ogni oggetto ha un suo nome. Quando porgiamo un oggetto al bambino, sia esso un mestolo, un pupazzo, una cordicella, un tappo di sughero, una pallina, nominiamolo lentamente, offrendo al bambino solo il nome dell’oggetto: «orsacchiotto», invece di «vuoi l’orsacchiotto? Senti com’è morbido? Ecc…».
4) La narrazione
Con un neonato si potrebbe cominciare narrando ciò che accade intorno al piccolo e le azioni che stiamo eseguendo. Ad esempio, durante le operazioni di igiene che spesso agitano il neonato, potrà essere utile descrivere progressivamente le operazioni eseguite accade: «Dobbiamo farci il bagnetto! Ora riempiamo la vaschetta con l’acqua, ci togliamo i vestiti, prendiamo il sapone, ecc..
Oltre a essere un ottimo esercizio di sviluppo linguistico, è una perfetta strategia per rassicurare il bambino durante le operazioni di igiene personale che spesso intimoriscono: il suono tranquillo e dolce della voce di mamma e papà trasmettono al bambino sicurezza e calma.
5) I brevi racconti
Nel periodo prelinguistico che va dai 18 ai 30 mesi i bambini adorano ascoltare i brevi racconti dei genitori: non solo favolette, ma anche i semplici racconti della giornata trascorsa possono rilassarlo. Ad esempio, raccontare al bambino la giornata trascorsa per addormentarsi può essere una valida strategia per far rilassare il bambino, sentir nominare con cura tutto ciò che ha visto e rielaborare i vissuti.
6) Le caratteristiche delle frasi
È importante che il linguaggio che usiamo con i bambini piccoli abbia una struttura semplice. La semplicità non deve ricercarsi nei termini scelti, ma nella struttura: frasi brevi, con soggetto, predicato e complemento. È meglio dire: «E’ ora di mangiare». Piuttosto che dire: «Vieni a mangiare, è pronto altrimenti si raffredda».
Se gli input sono troppi, complessi e confusi, il bimbo non pone l’attenzione su ciò che deve realmente fare in quel momento. Diamo un’informazione alla volta!
7) L’accuratezza dei termini
I termini che usiamo per descrivere il mondo devono essere specifici e accurati. L’energia impiegata per memorizzare “fiore” è la stessa necessaria per memorizzare “margherita”. In questo modo il suo vocabolario può crescere e arricchirsi velocemente e ordinatamente.
8) L’assenza di correzione
Mai correggere direttamente un bambino che non pronuncia correttamente. Il nostro intervento non deve mai essere diretto, ma sempre un aiuto indiretto: offriamogli maggiori e migliori occasioni di ascolto, leggiamo di più, chiacchieriamo con semplicità e con maggior frequenza.
– «Voio atte!»
– «Vuoi il latte? Ecco: latte».
9) Giocando si impara anche a parlare!
Una buona strategia per aiutare il bambino ad accrescere il suo lessico è sicuramente il gioco. Animare pupazzi e giochi.
10) Accettazione della frustrazione pre-linguistica
Il periodo immediatamente precedente l’esplosione linguistica, intorno ai 24 mesi, è un periodo di grande frustrazione per il bambino, perché il suo pensiero è ormai preciso ma la produzione linguistica non è ancora all’altezza del pensiero.
Questa discrepanza può generare frustrazione nel bambino ed è importante accogliere il suo disagio pronunciandogli sempre bene le parole e permettendogli di osservare il nostro labiale, in modo da aiutarlo.
Utilizza una o più delle tecniche riportate per favorire lo sviluppo del linguaggio di tuo figlio: noterai sin da subito risultati visibili e incorraggianti!
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