Spesso si cade nell’errore di pensare che la depressione possa essere una problematica che riguarda principalmente l’adulto e che un ragazzo non abbia motivo per essere depresso.
Tante volte, invece, gli adolescenti nascondono dietro un mondo apparentemente spensierato e felice, una parte sommersa, un angolo di solitudine e di dolore che conoscono solo loro. Si tratta della depressione adolescenziale. Il fatto che un adolescente vada bene a scuola o abbia degli amici o non abbia particolari problemi con i genitori, non significa che non possa stare male e portarsi dentro una tristezza che lo spegne giorno dopo giorno.
Troppo spesso si crede che scuola, amici e famiglia siano gli unici indicatori della salute mentale. Pochi genitori chiedono ai figli prima del “come è andata a scuola”, “come stai” o “stai bene”. Spesso non si chiede agli altri se sono felici e soddisfatti della vita che fanno e cosa voglio dalla vita.
Quali possono essere alcuni sintomi della depressione in adolescenza?
– Non riuscire più a parlare con i genitori, o avere difficoltà comunicative per via della profonda rabbia nei loro confronti e nei confronti del mondo.
– Lamentarsi di non essere considerato e sentirsi incompreso da tutti.
– Avere la sensazione di un profondo vuoto interiore e un importante vissuto di solitudine.
– Perdere la fiducia in tutto e tutti e soprattutto in se stessi.
– Perdere l’interesse e il piacere per qualsiasi attività, soprattutto di tipo sociale e ludica.
– Scarsa concentrazione e attenzione nelle cose, che può gravare anche sul rendimento scolastico.
– Umore irritabile e nervoso.
– Alternanza di stati euforici a stati apatici.
– Difficoltà ad addormentarsi, passare numerose ore senza dormire o dormire troppe ore.
– Non avere fame e mangiare poco o in maniera irregolare.
– Spostare la propria vita nel mondo virtuale (Vedi: Hikikomori: è boom degli adolescenti isolati).
Questi segnali non vanno sottovalutati, perché possono essere la cornice di un quadro sintomatologico importante: la depressione adolescenziale. Alcune situazioni, se non prese per tempo possono risultare molto difficili: per questo è consigliato rivolgersi a uno specialista per agire nel modo giusto.
Altro aspetto importante è il dialogo. Nel ‘muro’ immaginario che gli adolescenti creano tra loro e il mondo, fisiologico e da non drammatizzare, è importante che sia presente un ponte levatoio che consenta ai genitori di mantenere un punto di contatto con i propri figli. Questo non significa cadere nell’errore di essere invadenti e pressanti con i ragazzi ma semplicemente farsi vedere interessati a quello che fanno quando la porta della loro camera è chiusa. Bisogna riuscire ad aprire un varco mantenendo il proprio ruolo di genitori senza cadere nella tentazione di voler fare gli amici del proprio figlio.
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