Il bullismo e il cyberbullismo sono due fenomeni a cui abbiamo imparato a prestare più attenzione, grazie alla cronaca e ai social network. Reiterati atti di violenza fisica e psicologica possono produrre effetti concreti sui ragazzi e ragazze vittime dei bulli.
Con il termine bullismo si definiscono le azioni aggressive o i comportamenti di manipolazione sociale tipici dei gruppi di pari, perpetrati in modo intenzionale e sistematico da un o più persone ai danni di altre caratteristiche:
- Intenzionalità: il bullo mette in atto intenzionalmente comportamenti fisici, verbali o psicologici per offendere o arrecare danno
- Persistenza: l’interazione bullo-vittima è caratterizzata dalla ripetitività dei comportamenti
- Asimmetria: l’interazione è fondata sul disequilibrio di forze tra bullo e vittima che non è in grado di difendersi
- Modalità diretta o indiretta: l’aggressività può essere diretta (botte, pugni, offese, minacce) o indiretta (di tipo psicologico, come l’esclusione o la calunnia)
Con quali modalità si manifesta?
1. Con prepotenze dirette: spintoni, calci, schiaffi, pestaggi. Offese, prese in giro, denigrazioni. Furti, minacce,estorsioni.
2. Con prepotenze indirette: Esclusione dal gruppo. Diffusione di calunnie, di storie non vere
3. Cyberbullismo: Invio di sms,e-mail offensivi/e o di minaccia. Diffusione di messaggi offensivi, attraverso la divulgazione di sms o e-mail nelle mailinglist o nelle chat. Pubblicazione in internet di foto o filmati che ritraggono prepotenze o in cui la vittima viene denigrata
Autostima, efficacia personale, senso di impotenza, paura, vergogna: questi sono i principali effetti del bullismo su chi subisce.
Gli effetti del bullismo possono tradursi in un comportamento evitante nei confronti della scuola e della famiglia oppure, all’opposto, vengono accentuati comportamenti di dipendenza da figure protettive.
Si può anche verificare un processo paradossale, ci si può identificare con l’aggressore, diventando a propria volta colui che umilia e sottomette. Per compensare le violenze subite, si cerca qualcuno con cui provare la sensazione di essere forte e dominante. La rete poi non fa altro che amplificare questi comportamenti, anche al di là delle intenzioni.
Gli autori di episodi di cyberbullismo stanno dando vita a una generazione che vuole sentirsi onnipotente e che, per farlo, cerca l’approvazione in rete a tutti i costi. Il triangolo tra chi bullizza, la vittima e lo spettatore c’è sempre stato, ma è chiaro che questo spettatore se dall’essere una persona diventa un’intero universo, il fenomeno diventa più accattivamente. Per questo è necessario parlarne, a scuola e in famiglia.
Studi precedenti suggeriscono che le esperienze di bullismo degli adolescenti sono correlate a comportamenti a rischio, a problemi di interiorizzazione e ad una percezione di supporto sociale deficitario.
Bullismo: la paura di tornare a scuola
Non per tutti i ragazzi vittime di bullismo è un piacere tornare a scuola. Per tanti di loro prevalgono la mancanza di volontà di rimettersi a studiare, di alzarsi presto e di riprendere le discussioni con i propri genitori in merito ai compiti da fare. Per altri ragazzi, invece, il problema è ben più grave: si tratta della paura, non della scuola, ma dei compagni, di coloro che li possono prendere di mira anche nel nuovo anno scolastico, che gli mancano di rispetto, che li mettono in mezzo o deridono continuamente.
Un incubo quotidiano, come lo definiscono tanti ragazzi vittime di bullismo e di cyberbullismo. Un massacro che può portare anche a odiare la scuola.
Quello che deve essere chiaro è che, il rapporto con i compagni è fondamentale per garantire una buona qualità della vita anche dentro le mura scolastiche. In classe si trascorrono tante ore della propria giornata e il rapporto con i coetanei può essere un arricchimento e un supporto o anche un peso. Faccio riferimento a tutte le dinamiche di prevaricazione e di esclusione intenzionale da un gruppo classe.
La paura di parlare con genitori o insegnanti
Il bullismo e il cyberbullismo coinvolgono sempre più bambini e adolescenti fin dalla tenera età, con esiti psicologici davvero devastanti.
È importante riflettere su quanto la maggior parte delle situazioni legate al bullismo e al cyberbullismo restino sommerse e non arrivino all’attenzione degli adulti di riferimento, sia perché le vittime tendono a non parlare del dolore che provano, sia perché molte volte si sottovaluta quanto sta accadendo. Molte volte gli episodi vengono definiti “bambinate” o “ragazzate”, senza considerare realmente la portata, la gravità e l’impatto profondo che tutto questo può avere, sia nel breve che nel lungo periodo, sulle vittime.
Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, l’87% delle vittime di bullismo e cyberbullismo, dai 14 ai 19 anni, ovvero circa 9 su 10, non ha mai raccontato ciò che subisce a scuola agli insegnanti, esprimendo importante sfiducia nei confronti dell’istituzione scolastica come strumento efficace di tutela e di intervento. La situazione cambia leggermente per i ragazzi più piccoli, che esprimono un pochino più di fiducia, anche se i numeri restano comunque bassi, aprendosi con i docenti nel 20% dei casi.
Tanti ragazzi non si aprono con gli adulti anche per paura delle conseguenze, di rimanere soli e di essere ancora di più presi di mira, mentre vorrebbero essere considerati e integrati all’interno del gruppo. Essere esclusi, emarginati e prevaricati in maniera così ingiusta è un dolore immenso per loro.
Questi ragazzi non sono solo vittime dei bulli, sono vittime di tanti e troppi silenzi, dell’omertà di quei compagni che sanno e non parlano, di tutti coloro che hanno gli strumenti per fronteggiare i bulli e non lo fanno. Non è solo la lotta contro il bullo, è una lotta contro il sistema!
Cosa fare per non farsi schiacciare dalla paura del rientro?
Non si deve perdere la FIDUCIA nell’altro. È vero che è difficile credere ancora nel prossimo dopo tutto quello che si è subito, ma è importante NON rinchiudersi completamente nel proprio mondo: sarebbe continuare a darla vinta a chi vuole vedere soffrire una persona solo per il gusto di farle male e per un proprio personalissimo divertimento.
Si deve provare a ripristinare la socialità, riprendere le relazioni con i pari, senza chiudersi in casa e soprattutto, NON ci si deve chiudere in se stessi.
Si devono fare anche altre attività extrascolastiche in modo tale che fungano da scarico e da luogo in cui si possono costruire relazioni più appaganti. Non si deve perdere la bellezza dello stare con l’altro e regalare la propria adolescenza ai bulli, non tutti sono cattivi e violenti, ci sono anche tanti ragazzi positivi.
Non ci si deve vergognare mai, NON si ha nessuna colpa, chi si deve vergognare sono i bulli, i cyberbulli e tutti coloro che fanno il loro gioco e che stanno zitti in silenzio a guardare.
Si deve uscire dalla bolla della solitudine e della paura. Bisogna parlare, non si deve tenere tutto dentro, è importante trovare degli alleati e smontare i bulli. Oggi si può, le scuole sono attrezzate per farlo.
Non si deve aver paura di parlare, l’unico modo per essere aiutati con efficacia è chiedere aiuto alle persone giuste.