L’INFANZIA CONDIZIONA LA FUTURA RELAZIONE DI COPPIA! SCOPRI COME

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LA QUALITA’ DELLE RELAZIONI NELL’INFANZIA CONDIZIONA LA NOSTRA FUTURA RELAZIONE DI COPPIA. La relazione con le figure genitoriali dell’infanzia condiziona e determina il nostro modello di attaccamento, ossia il modo in cui ci predisponiamo a livello cognitivo, emotivo e comportamentale, a vivere tutte le relazioni future, comprese quelle di coppia.

Tipologie di attaccamento

Ci sono quattro diversi modelli di attaccamento al genitore che influenzano le nostre relazioni sentimentali: l’attaccamento sicuro, insicuro ambivalente, insicuro evitante e disorganizzato.

1) L’attaccamento sicuro

L’attaccamento sicuro è caratterizzato da un sentimento di fiducia e sicurezza nei confronti del genitore. Il bambino apprende che la madre soddisferà i suoi bisogni fisici ed emotivi. Grazie a questa fiducia nella responsività del genitore, il bambino si sente sereno nell’esplorare l’ambiente. La madre è amorevole e accudente nei confronti del figlio, ma al tempo stesso non è intrusiva ed invischiante.

Nelle relazioni sentimentali il bambino che ha sviluppato un attaccamento sicuro sarà in grado di dare e ricevere amore poiché ha interiorizzato entrambi i ruoli. Come la madre ha dato tutto per lui, ora egli nella coppia, identificatosi nelle funzioni materne, è pronto a dare, accudire e proteggere il compagno, ma al tempo stesso sa ricevere cure e amore da questi, senza che ciò pregiudichi il suo senso di indipendenza e di autonomia. Le persone sicure esprimono la loro capacità di accettare e sostenere il partner, malgrado i suoi difetti, ed hanno relazioni più durature e stabili

2) L’attaccamento insicuro

L’attaccamento insicuro – ambivalente è invece caratterizzato da un’ambivalenza di fondo nel rapporto con il genitore, un sentimento di amore e odio. La madre da una parte vizierà il suo bambino fino a soffocarlo, ma poi, all’insorgere della sensazione di essere da lui consumata, lo frustrerà bruscamente ed in modo eccessivo. Se la madre vizia in modo esagerato il piccolo e lo soffoca, egli non impara a sapere attendere e non acquisisce la fiducia che dopo lo stato di tensione, dolore e bisogno seguirà la soddisfazione e l’allentamento della tensione.

Il bambino apprende un sentimento di sfiducia, diffidenza ed inaffidabilità nei confronti del genitore. A volte è amorevole e disponibile, a volte è inspiegabilmente frustrante, cattivo, assente, distaccato, oppressivo, asfissiante. Egli stesso quando il genitore è amorevole e accudente si sentirà buono, quando il genitore è rifiutante o intrusivo si percepirà cattivo. Queste sensazioni di diffidenza, ambivalenza verso se stessi e verso l’altro, si estenderanno nel rapporto con il partner. Anch’egli infatti sarà percepito a volte amorevole, altre detestabile, si sospetterà continuamente di lui, si temerà sempre che l’altro possa interrompere inaspettatamente la relazione o che possa tradire. Per un deficit di autostima e una negativa percezione di se stessi, non ci si sente degni di amore e di cure e si dubita del proprio valore.

I soggetti con attaccamento insicuro-ambivalente sono individui che spesso non si sentono capiti. Nutrono costantemente la paura di essere lasciati dal partner o di non essere amati, hanno scarsa fiducia in se stessi e nell’altro. Nelle relazioni affettive sono dipendenti e non riescono a manifestare esplicitamente i propri bisogni perché il fulcro delle loro dinamiche relazionali è il timore della perdita o del rifiuto.

3) L’ attaccamento evitante

Nell’attaccamento evitante, la madre è poco responsiva nei confronti dei bisogni di contatto fisico manifestati dal bambino. Non lo abbraccia, non lo coccola, non lo rassicura fisicamente nei momenti di tensione. Ha un atteggiamento freddo e distaccato, si preoccupa solo di soddisfare i bisogni fisici di nutrizione e di igiene del bambino, trascurando quelli emotivi. Sprona il figlio a un’autonomia e indipendenza precoci, attribuendo un’importanza esagerata all’ autosufficienza .Il bambino impara a tranquillizzarsi da sé poiché ha capito che non può aspettarsi il conforto dal genitore.

Per attuare questo processo di auto-rassicurazione, il soggetto blocca e congela le proprie emozioni e si distanzia sempre più dal mondo emozionale. Ciò che conta è la razionalità, le emozioni sono potenzialmente pericolose, aspettarsi qualcosa dall’altro rende fragili e vulnerabili ed è preferibile cavarsela da soli.

Quando questo modello di attaccamento si estende nelle relazioni sentimentali, si preferirà instaurare rapporti superficiali, in cui non lasciarsi coinvolgersi eccessivamente. Si desidererà interporre un muro invalicabile tra sé e l’altro, preservando i propri spazi di libertà e autonomia. E’ frequente la scelta di vivere relazioni di coppia in cui ognuno vive separatamente, considerando la convivenza e il matrimonio come un legame di vicinanza ed intimità eccessive, che non si è in grado di sostenere poiché in conflitto con il proprio bisogno di indipendenza emotiva.

4) L’attaccamento disorganizzato

L’attaccamento disorganizzato è il prototipo relazionale più patologico e pericoloso per l’equilibrio psichico del soggetto, connota frequentemente l’attaccamento di soggetti borderline o con disturbi della personalità. Il genitore è spesso abusante, svalutante, totalmente incoerente e inadempiente rispetto al ruolo genitoriale. Suscita nel figlio risposte di paura e angoscia. Tuttavia il piccolo non può fare a meno del genitore e gli si lega affettivamente, nonostante gli abusi e le minacce subiti. Il bambino sviluppa l’attaccamento e desidera la vicinanza affettiva proprio da chi gli fa paura e lo angustia.

La confusione che deriva dai sentimenti di amore e paura indirizzate alla figura di attaccamento, fanno sì che il soggetto sia totalmente incapace di interiorizzare un’immagine interna tranquillizzante e rassicurante di sé e dell’altro. Sia il sé che l’altro sono percepiti come cattivi.

Quando questo modello di attaccamento si estende alla vita di coppia, dà luogo a relazioni altamente disfunzionali del tipo vittima- carnefice, sadico-masochista. Gli individui disorganizzati avvertono un profondo conflitto tra il bisogno di conservare legami intimi, morbosi, di coinvolgimento fusionale con il partner e la necessità simultanea di tenerlo a distanza per evitare la minaccia dell’abbandono con le conseguenti sofferenze emotive. La relazione sentimentale viene esperita in modo conflittuale, causando una forte angoscia che non si è in grado di sostenere.

LA RELAZIONE CURATIVA

In definitiva il modello di attaccamento che abbiamo interiorizzato nell’interazione con le figure genitoriali condiziona e determina significativamente il modo in cui viviamo i legami sentimentali. Tuttavia, possedere un modello di attaccamento insicuro (evitante o ambivalente) non significa necessariamente essere destinati a vivere per sempre relazioni d’amore insoddisfacenti e frustranti. I soggetti con attaccamento insicuro possono evolvere e modificare in senso migliorativo la loro modalità relazionale disfunzionale. Ciò avviene sia in seguito a legami affettivi con partner sicuri, in grado di disconfermare le loro percezioni negative di sé e dell’altro, sia in seguito ad una psicoterapia volta ad un percorso di consapevolezza delle proprie dinamiche affettive inconsce.

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Dr.ssa Cinzia Frontoni

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