Per ognuno di noi la morte di un genitore è una perdita significativa e crea una serie di cambiamenti sia in noi in quanto individui, sia nell’assetto complessivo della famiglia e del rapporto tra le generazioni.
Con la morte dei genitori perdiamo parte della nostra storia, parte di noi stessi e delle nostre radici: perdiamo, spesso, un confidente, un consigliere, un legame affettivo imprescindibile, al di là delle difficoltà che ci possono essere state.
È dunque facile – dopo la morte di un genitore – sentirsi “persi”: all’improvviso, ci si può sentire come un bambino abbandonato, anche se siamo invece degli adulti, spesso con un lavoro, una propria famiglia e una vita propria. La cosa che emerge prepotentemente è il fatto di sentirsi catapultati in prima linea senza essere spesso preparati a questa prospettiva. Con la morte dei genitori, infatti, cambia il rapporto tra le generazioni: all’improvviso ci troviamo in prima linea, non più schermati da chi ci ha preceduto. Se prima eravamo e ci potevamo ancora sentire “il figlio”, “la figlia” di qualcuno, con la loro morte diventiamo noi la generazione più anziana. Questa nuova prospettiva per alcuni può rappresentare uno shock e dar vita a sintomi legati all’ansia o al disorientamento.
I grandi eventi della vita non saranno più gli stessi
Il lutto fa il suo corso ed attraversa diverse fasi, ma il fatto che questo dolore non sparisca mai completamente spesso ci coglie impreparati. I grandi eventi della vita non saranno più gli stessi: l’amarezza farà sempre parte del tuo cocktail emotivo. Ci saranno momenti in cui il dolore comparirà prepotentemente all’improvviso anche dopo anni dal lutto subito. Arriverà la rabbia di non poter più condividere le conquiste e le sconfitte. Cambierai il mio modo di vedere il mondo: darai meno peso a tante sciocchezze inutili, ti sentirai più in grado di dire NO, mentre darai più peso alle emozioni e ai rapporti.
La potenza e la durata di tutte queste emozioni dipenderanno anche dal rapporto che si avevi con quel genitore, dalla causa della morte, dall’età in cui affronti questo momento, da quanto avevi sciolto e risolto i nodi relazionali che spesso alterano i rapporti familiari.
Queste reazioni finiscono spesso per rimanere seppellite sotto il peso degli impegni e delle attività che un adulto deve affrontare, sotto la routine della vita di tutti i giorni mentre sarebbe invece opportuno dare loro spazio ed espressione.
Come convivere con le sensazioni derivanti dalla morte di un genitore
Non essere troppo duro/a con te stesso/a: permettiti di esprimere la sofferenza come e quando vuoi. Fai capire agli altri che a volte il silenzio è migliore di frasi stereotipate che spesso vengono dispensate quando non si sa cosa dire a chi sta male. Molte persone sono a disagio di fronte al dolore altrui e spesso rischiano di dire ovvietà raggelanti che non trasmettono amore e comprensione ma solo distacco e gelo! Concediti spazi emotivi e materiali per stare con i tuoi ricordi, non averne paura.
È importante concedersi del tempo per elaborare la perdita, per imparare a convivere col lutto del genitore in un nuovo equilibrio: riuscirai a trovare una “buona convivenza” col dolore che, seppure si attenuerà nel tempo, dimorerà in una parte di te. Riuscirai a ritrovare un equilibrio e una nuova forza: non farti fretta, tutto avverrà solo quando sarai pronto/a. Il lutto è un processo: probabilmente ti sentirai in questo modo per tantissimo tempo, anche se, si spera, non sarà sempre così intenso. Affrontalo in base ai tuoi tempi.